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Poesie d'amore
Aspetterò il tuo bacio come unica
ragione di vita. Aspetterò la dolcezza
delle tue labbra e il calore dei
tuoi occhi. Aspetterò di vedere
il tuo viso vicino al mio,di sentire
il tuo respiro che scatena in me la
magia dell'amore.Volerò oltre
l'immaginazione con te,
in quel cielo che tutto comanda.
Aspetterò di entrare in quel giardino
che il mio cuore conosce bene..
sentirò così di nuovo la tua voce...
magica melodia. Vorrei averti vicino
ogni attimo della mia vita, chiudendo
la porta di quel giardino segreto..
che fa vivere il nostro
amore senza limiti.
Un Bacio
Un Bacio
Ti sussurrerò un bacio,lo farò piano, con dolcezza,
senza che tu te ne accorga..
Le mie labbra cercheranno il tuo volto
per disegnare i suoi contorni
e trasferirvi i sentimenti che hai scatenato
nel mio animo.
Ci metterò tutto l'amore del mondo,
ti donerò amicizia e serenit_.
Le mie labbra cercheranno le tue in un inebriante gioco
di emozioni che non avr_ mai fine.
Volerò oltre l'immaginazione
verso un mondo nello spazio ignoto
dove la libert_ inebria lo spirito e
mille desideri si intrecciano tra di loro
in un sottile gioco di pensiero
per rivivere in un intenso attimo d'amore.
Ti donerò le chiavi del giardino dei sogni,
quel luogo segreto sepolto nel tempo,
dove sapevo che un giorno saresti entrata
per posarvi un frammento di felicit_.
Porterò sempre con me le tue parole,
custodirò il suono della tua voce
per ascoltarti in giornate senza sole.
Vorrei amarti come non ho mai saputo,
come si amano le cose più belle.
Vorrei amarti oltre la stessa vita,
come le cose più eteree ed impalpabili,
nell'ombra tra anima e cuore.
E mi illudo che sarai sempre l_ ad aspettarmi
nel mondo di fantasia che abbiamo costruito per noi,
dove vivr_ per sempre il nostro
amore senza limiti.
Accorrete piccoli gnomi
perchè io lo Amo!
Venite a me piccole fate,
perchè io lo Amo!
Ascoltate in silenzio i rumori della foresta,
sono la mia canzone d'amore.
Anche voi piccoli folletti, datemi la voce perchè
ho paura di rimanere muta davanti a tanto splendore.
Correte piccoli gnomi,
venite a me fate e folletti,
perchè io lo Amo!
E la foresta è il mio
Dono d'Amore...
Qualcuno mi ha segretamente
lasciato in mano un fiore d'amore.
Qualcuno mi ha rubato il cuore
e l'ha sfogliato in cielo.
Io non so se l'ho trovato o se vado
a cercarlo ovunque e se c'è un tremore
di gioia o di pena
Parlami, amore mio! Dimmi a parole
quello che hai cantato.
La notte è buia. Le stelle si nascondono tra le nuvole.
Il vento soffia tra le foglie.
Scioglierò i miei capelli. Il mio mantello
azzurro mi avvolger_ come la notte. Stringerò
la tua testa sul tuo cuore. Socchiuderò i miei occhi
e scolterò. Non ti guarderò il viso.
Qualndo le tue parole cesseranno, staremo fermi
e in silenzio. Solo gli alberi bisbiglieranno
nell'oscurit_.
Le notte impallidir_. Spunter_ l'aurora.
Ci guarderemo negli occhi per l'ultima volta
e andremo ogniuno per la sua strada.
Parlami, amore mio! Dimmi a parole
quello che hai cantato.
Ti aspetto mio mare!
Voglio essere la tua dolce riva che
accoglie le tue turbolenti acque.
Ti aspetto come il deserto aspetta
le sue pioggie.
Ti aspetto in un angolo di paradiso
tra l'indifferenza della gente che non
ha più sogni nè desideri.
Ti aspetto perchè.. sei la mia aria,
la mia ormai totale follia!
Tra la gente e la pioggia... ti vedo
tra la folla che urla .. ti sento
tra la gente che non sogna... tu brilli
tra i silenzi della notte... tu parli
Tra la gente e la pioggia... ti bacio
tra la folla che urla... ti desidero
tra la gente che non sogna... ti aspetto
tra i silenzi della notte... Ti Amo!
Conosco milioni di lettere e parole e…
girano vorticosamente nella mia testa cercando forma e pensiero…
…D’improvviso vedo te… e tutto si fa più chiaro.
Le lettere contorte trovano pace e formano un pensiero…
“Sei la mia vita!”
I miei timidi occhi si posano nei tuoi e tutto prende vita…
Il cuore si ferma per un attimo… batte forte… forte…
Sei tu tutto questo? Questo significa Amare?
I tuoi occhi mi guardano…
intanto si riaffacciano confuse le lettere e le parole…
Frenetiche dalla testa scendono al cuore…
“Credo d’Amarti sogno… non te ne andare….”
........................................................................
Quelle parole…scritte nello specchio del cielo
senza vergogna, senza nessuna paura,
un inchiostro amaro che vorrei cancellare,
ma nulla lo permette…le stelle sembrano parlare di te
e io ascolto il loro canto…Notti passate a pensare,
a piangere per un amore impossibile.
I tuoi occhi stanotte guardano ancora il cielo…
lo sbattere di due ali riaccende una speranza…
Un angelo splendido arriva al mio fianco
e quando mi ritrovo nei suoi occhi, nei tuoi occhi
capisco che le parole sono finite. Sono parole a lungo custodite
vorrei farle scendere ad una ad una con delle lacrime
ma sono imprigionate nel mio cuore
E’ la dura realt_ che non può cambiare e solo e triste
mi ritrovo avvolto da queste gelide coperte
mentre l’unico conforto sono le note di una canzone
che parla di un amore puro, sincero
ma mai troppo impossibile per nascere!
Tempo che aspetta te e nessun altro, dolce tempo, impaziente tempo.
Tempo che aspetta il tuo sorriso, la tua voce...tempo di ascoltarti.
Tempo di tenerti qui, con me, tempo di amarti.
Tempo di posare le mie mani sul tuo cuore, tempo di svegliarti.
Tempo di lasciarti andare e poi ritrovarti,tempo di capirti e poi desiderarti.
Tempo troppo tempo prima di ascoltare le tue parole, tempo poco tempo per lasciarle arrivare al mio cuore.
Tempo che vola e che mi lasci in attesa...
tempo niente altro che il tempo..
di aspettarti.
In questa notte stellata tu dormi amore mio, mentre io qui alla finestra
conto le stelle esprimendo desideri,cercando quelle parole
che mi diano conforto.
In questa notte stellata, ho udito una voce,
che parlava d'amore.....parole dolci sommesse
che solo il cuore poteva sentire...
sono sogni...che una musica culla
nel cielo infinito, io ho provato
a cantarla.....e ho ritrovato te!
Apri gli occhi, guardati intorno, lo sò, c'è tanta falsit_, tanta violenza.
Non lasciarti andare, ridi, ridi e non pensare.
I sentimenti sono stati rinchiusi in tanti sacchetti ermetici,
imprigionati e resi nulli. Il dolore è stato scacciato,
il cuore si è inaridito.Le donne intorno a te sembrano tanti vegetali,
tutte spente, tutti silenziose...
Ma c'è una luce in fondo a te stessa è la luce del suo amore
ed ogni giorno che passa è sempre più intensa...
ti sta per accecare e tu tenti di coprirti gli occhi..
Illuso...l'amore non si guarda, l'amore si percepisce
e tutto il tuo corpo è sensibile a questo meraviglioso sentimento.
Hai paura,
cerchi il silenzio, il buio ma il suo amore urla e brilla sempre di più.
Ormai sei esausto ti sei arreso...
ora, è Lei l'amore .
Il vento inizia a giocare con i miei capelli si rincorrono sogni ormai svaniti.
Le foglie formano tanti cerchi intorno a me...
l'aria inizia a diventare pungente,
si scaglia contro la mia persona,
mi penetra negli occhi...
Una lacrima scende a solcarmi le guance,
fa freddo per strada, non c'è più nessuno...
solo io ed il vento.
Ecco, ora sono proprio solo
il vento si è placato e l'aria inizia ad accarezzarmi...
non è più fredda, non è più pungente,
non mi irrita più gli occhi..
e allora perchè continuo a piangere....
Una stella che brilla solitaria
in una notte fredda e triste.
Una luna immobile osserva la terra,
che inesorabilmente continua a girare.
Una ragazza che dorme
cercando di sognare il suo amore...
Un raggio di luna illumina il suo viso
una lacrima che brilla...
una vita come tante.... era la mia stella il mio amore
La bambina versava lacrime,
per alimentare il fiume della speranza.
Lo faceva per aiutare chi ormai non credeva più a nulla.
Diventata donna finì anche lei le sue lacrime...
ma c'era un'altro bambino,
che piangeva per gli altri, ora è un uomo
ma sa piangere e sapr_ piangere sempre per amore
Se tu fossi qui, adesso!
Penso a te quando il bagliore del sole
s'irradia dal mare;
penso a te quando il barlume della luna
si specchia nelle fonti.
Vedo te quando per via, lontano,
si solleva la polvere;
di notte, quando sul ponte sottile
trema il viandante.
Ascolto te dove con cupo scroscio
l'onda s'innalza;
nel bosco quieto vado spesso e origlio
quando tutto è silenzio.
Sono vicino a te, pur se tanto lontano
tu mi sei accanto.
Cala il sole; tra poco brilleranno le stelle.
Se tu fossi qui, adesso!
J.W.Goethe
Occhi oscuri
È la mia nostalgia ed il mio amore
oggi in questa notte calda
dolce come il profumo di fiori esotici,
svegliati ad una vita che scotta.
La mia nostalgia ed il mio amore
e tutta la mia fortuna e sfortuna
è scritta come una muta canzone
nel tuo sguardo oscuro da fiaba.
È la mia nostalgia ed il mio amore,
sfuggito al mondo e ad ogni suo rumore,
si è costruito nei tuoi occhi oscuri
un segreto trono da re.
Petali di rosa
ti sfiorano il viso
e bagnano di profumo intenso
le tue labbra.
Non voltarti,
non cercarmi.
Lascia soltanto
che i miei occhi
vivano nei tuoi sogni;
gli occhi di un'anima
ribelle e amante,
occhi senza lacrime,
che si chiudono stringendo
in sè il segreto
di un amore che dorme
costretto...
Ti Amo...
Non dormo più, penso a te,
Qualunque musica mi sconvolge,
Qualunque melodia mi attraversa e mi fa tremare...
Penso a te...
Ti sogno continuamente
Tu sei quello che ho di più bello,
Tu sei il mio amore.
Mia meraviglia, mai ti vorrò perdere.
Per niente al mondo, ti scorderei,
Mai ,
Mai .
Ti amerò per sempre,
Ogni giorno di più.
Ti Amo
Ti Amo
Ti Amo
Ti offro un sorriso,
Un pò di me,
Una briciola del mio cuore
Perchè fin da piccola, cerco la felicit_.
Allora gentilmente, se mi vuoi bene,
Incolla il tuo cuore al mio e guardami
Guardami negli occhi e pensami,
Osserva bene come si comporta
Il mio cuore.
Ci scorgerai qualcosa di raro,
Una dolce follia piena di stelle,
Un cuore d'amore che non chiede
Altro che di essere felice con te.
Ti offro un pò della mia vita,
Un pò del mio sorriso,
Un pò della mia felicit_,
Una parte di me.
Ti sussurrerò un bacio,
lo farò piano,
con dolcezza,
senza che tu te ne accorga...
Le mie labbra
cercheranno il tuo volto
per disegnare i suoi contorni
e trasferirvi i sentimenti
che hai scatenato nel mio animo.
Ci metterò tutto l'amore del mondo,
ti donerò amicizia e serenit_.
Le mie labbra
cercheranno le tue
in un ebriante gioco di emozioni
che non avr_ mai fine.
Volerò oltre l'immaginazione,
verso un mondo nello spazio ignoto
dove la libert_ inebria lo spirito
e mille desideri
si intrecciano fra di loro
in un sottile gioco di pensiero,
per rivivere in un intenso atto d'amore.
Ti donerò le chiavi
del giardino dei sogni,
quel luogo segreto sepolto nel tempo,
dove sapevo che un giorno
saresti entrata
per posarvi un frammento di felicit_.
Porterò sempre con me
le tue parole,
custodirò il suono della tua voce,
per ascoltarti in giornate senza sole.
Vorrei amarti
come non ho mai saputo,
come si amano le cose più belle.
Vorrei amarti oltre la stessa vita,
come le cose più eteree ed impalpabili,
nell'ombra tra anima e cuore.
E mi illudo che sarai sempre l_
ad aspettarmi
nel mondo di fantasia
che abbiamo costruito per noi,
dove vivr_ sempre
il nostro amore senza limiti
Come è difficile parlarti,
Le parole escono
In ordine sparso,
Distratte da tanta bellezza
O semplicemente inebriate,
Dalla tua sensualit_.
La mia testa pulsa
Voglio credere ardentemente
Nell'Amore .
I rischi di fallimento
Sono possibili ed,
Irrimediabili.
Il desiderio è divampato
alla tua prima apparizione
Enigma di passione.
I miei occhi ed il mio cuore
Hanno sussultato
Quando ho visto i tuoi occhi.
Storia senza parole
Favola d'Amore!
Il sogno per eccellenza.
Mai più duro sar_ il fallimento!
Lo dicono tutti.
Che fare?
Rassegnarsi , la morte nell'animo
Perchè non riesco ad immaginare
Il mio universo senza la stella più bella!
Non penso che a te.
E'come una vertigine,
Una dichiarazione.
Distinta e misteriosa, segreta e discreta, donna nella vita,
adolescente nel cuore, brilla come un arcobaleno in cielo secondo i propri capricci.
Né vento, né pioggia, divenuta mito e leggenda vivente, è sufficiente guardarla e sfiorarla per capire che è incomprensibile: incostante come il vento. Inaccessibile, segreta, evanescente, infinitamente tenera e dolce, è tutta una sfumatura, senza contorno, poetica, nostalgica, materna e seria, leggera e autoritaria, possiede un' aura insolita e affascinante come le notti di luna piena.
Follemente saggia o follemente folle ? --- è gemellare : classica ed attuale, antica e contemporanea, ragazzina e donna.
Nobilt_ ed eleganza non rimarcata,ma lievemente percettibile. Luce discreta, fascino eterno, raffinatezza dei toni,leggiadria dei movimenti.
Star e diva, tigre e gazella, tutta fuoco e fiamme, tutta fuoco e femmina,incanto, luce, seduzione,ardore, rugiada, tenerezza.
La vita è bella
Quando sono con te
La vita non significa niente
Senza di te.
Tu mio amore,
Tu mio universo,
Tu che sei tutta la mia vita,
Tu che sei tutto per me.
Non smetterò mai di amarti,
Ti dono il mio cuore,
Ti dono la mia anima,
E tutto il mio amore.
La vita è bella
Quando sono con te
La vita non significa niente
Senza di te.
Il giorno nasce
Penso a te.
La giornata inizia
Penso a te.
Anche nei miei sogni più folli
Penso ancora a te
Perchè tu sei parte di me
E non potrei mai vivere
Senza di te.
Ti ho dedicato questa poesia
Per dirti semplicemente
Ti AMO.
L'Amore
L'amore, il Vero amore,
Non si rifiuta mai
Qualunque cosa succeda,
Gli occhi sono sempre su di lui.
Ha il volto della Bellezza
E l'anima di una incredibile purezza,
Simile ai piccoli Angeli
Che, nei secoli, non cambiano mai.
Come la Ragione, come la Passione
Attenua o accentua le tensioni,
Semina Felicit_ oppure Odio,
La Follia dei suoi atti è Regina.
Rianima i tristi
Senza dimanticare i più fortunati
Perché è il solo, veramente,
Che si adatta a tutti i temperamenti.
Quando ti vedo e panso a te,
Non voglio essere in nessun altro luogo
Che tra le tue braccia.
Certo un giorno il mio cuore
Potr_ cessare di battere
Ma non smetter_ mai
Di amarti.
L'amore ed i sentimenti profondi
Che provo per te
Non moriranno mai,
MAI.
Ti amerei nel vento
Sotto il cielo terso in primavera
Tra la dolcezza delle rose...
Ti amerei nel canto degli uccelli
All'ombra della vegetazione
Sulle pietra calda e nuda
Sotto il solo bruciante,
Nella frescura dell'erba
E con il canto degli insetti..
Ti amerei il giorno e la notte,
Nella calma e nella tempesta
Sotto le stelle che brillano
Sotto la rugiada della notte
E la mattina all'alba
Con il sorriso e con le lacrima,
Ti amerei con tutte le mie forze...
Quant'è bella giovinezza
nga Lorenzo De' Medici
Quant’è bella giovinezza
che si fugge tuttavia!
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza.
Quest’è Bacco e Arianna
belli, e l’un dell’altro ardenti:
perché ‘l tempo fugge e inganna,
sempre insieme stan contenti.
Queste ninfe ed altre genti
sono allegre tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza.
Questi lieti satiretti,
delle ninfe innamorati,
per caverne e per boschetti
han lor posto cento agguati;
or da Bacco riscaldati,
ballon, salton tuttavia.
Ch vuoi esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza.
Queste ninfe anche hanno caro
da lor esser ingannate:
non può fare a Amor riparo,
se non gente rozze e ingrate:
ora insieme mescolate
suonon, canton tuttavia.
Chi vuoi esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza.
VIVIAMO, MIA LESBIA, E AMIAMO
Viviamo, mia Lesbia, e amiamo:
tutte le chiacchere dei vecchi brontoloni
- lasciale perdere, non valgono una lira.
Tramonta il sole e poi ritorna:
per noi, quando la breve luce è tramontata,
solo rimane il sonno di una notte senza fine.
Dammi mille baci, e ancora cento,
poi altri mille, e altri cento ancora,
e mille e cento e non fermarti mai.
Poi, quando ne avremo a migliaia,
li confonderemo, per non sapere
- perché nessuno sappia il mucchio
di quei baci, e non ci dia il malocchio
Gaio Valerio Catullo
Amando con fin core e co speranza- Pier delle Vigne
Amando con fin core e co speranza,
di grande gioi fidanza
dona[o]mi Amor piu ch'eo non meritai,
che mi 'nalzao coralmente d'amanza
da la cui rimembranza
lo meo coragio non diparto mai;
e non por[r]ia partire
per tutto il meo volire,
sì m'è sua figura al core impressa,
ancor mi sia partente
da lei corporalmente,
la morte amara, crudele ed ingressa.
La morte m'este amara, che l'amore
mut[a]omi in amarore;
crudele, chè punio senza penzare
la sublimata stella de l'albore
senza colpa a tuttore
per cui servire mi credea salvare.
Ingressa m'è la morte
per afretosa sorte,
non aspettando fine naturale
di quella in cui natura
mise tutta misura
for che termin di morte corporale.
Per tal termino mi compiango e doglio,
perdo gioia e mi sfoglio
quando [di] sua conteza mi rimembra
di quella ch'io amare e servir soglio.
Di ciò viver non voglio
ma dipartire l'alma da le membra;
e faria ciò ch'eo dico,
se non c'a lo nemico
che m'_ tolta madonna placeria:
ciò è la morte fera,
che non guarda cui fera,
per lei podire aucire eo moriria.
No la posso [a]ucire, nè vengiamento
prendere al meo talento,
più che darmi conforto e bona voglia;
ancora non mi sia a piacimento
alcun confortamento,
tanto conforto ch'io vivo in doglia.
Dunqua vivendo eo
ve[n]gio del danno meo
servendo Amor cui la morte fa guerra,
e[d] a lui serviragio
mentre ch'eo viveragio;
in suo dimin rimembranza mi ser[r]a.
Rimembranza mi ser[r]a in suo dimino,
und'e[o] ver lui mi 'nchino,
merzè chiamando [a] Amore che mi vaglia.
Vagliami Amore per cui non rifino,
ma senza spene afino,
c'a lui servendo gioi m'è la travaglia;
donimi alcuna spene;
ma di cui mi sovene
non voi' che men per morte mi sovegna,
di quella in cui for mise
tutte conteze assise,
senza la quale Amore in me non regna.
Diamante,nè smiraldo, nè zafiro- Giacomo da Lentini
Diamante, né smiraldo, né zafino,
né vernul'altra gema preziosa,
topazo, né giaquinto, né rubino,
né l'aritropia, ch'è sì vertudiosa,
né l'amatisto, né 'l carbonchio fino,
lo qual è molto risprendente cosa,
non _no tante belezze in domino
quant'_ in sé la mia donna amorosa.
E di vertute tutte l'autre avanza,
e somigliante [a stella è] di sprendore,
co la sua conta e gaia inamoranza,
e più bell'e[ste] che rosa e che frore.
Cristo le doni vita ed alegranza,
e sì l'acresca in gran pregio ed onore.
Come ti lascio - LOrenzo de' Medici
Come ti lascio
Come ti lascio, o come meco sei,
o viso, onde ogni nostra sorte move?
Come qui moro o come vivo altrove?
Amor, dimmelo tu, ch'io nol saprei.
Chi mi sforza al partir, s'io non vorrei?
S'io fuggo un sol, come lo fuggo o dove?
Lasso!, qual ombra fa che non mi trove,
se non è notte mai alli occhi miei?
Questo è ben ver: che se la forma vera
veggio, mi par bellissima e superba,
leggiadra oltra misura e disdegnosa;
s'io son lontan, novella Primavera
riveste i prati di fioretti e d'erba:
così bella la veggio e sì pietosa.
Per la cortigiana - G. Marino
Piaghe non men ch'al cor minaccia al petto
di chi non trema a' suoi begli occhi avante
umilmente superbo, in fier sembiante
l'empio ch'ho di me stessa idolo eletto.
E qual si vide gi_ con torvo aspetto
spada vibrar sanguigna e fulminante
celeste difensor di quelle piante,
ond'uom tragger solea vita e diletto,
tal con ferro da me rigido e rio
l'angel terrestre ogni più chiusa parte
del paradiso suo guardar vegg'io.
Insidioso Amor, questa è nov'arte,
lasciar l'arco e gli strali, e 'n danno mio
prender, per più ferir, l'armi di Marte.
Ho sceso, dandoti il braccio, un milione di scale- Eugenio Montale
Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realt_ sia quella che si vede.
Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non gi_ perchè con quattr'occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perchè sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.
Eros - Umberto Saba
Sul breve palcoscenico una donna
fa, dopo il Cine, il suo numero.
Applausi, a scherno credo, ripetuti. In piedi,
dal loggione in un canto, un giovanetto,
mezzo spinto all'infuori, coi severi
occhi la guarda, che ogni tratto abbassa.
È fascino? È disgusto? È l'una e l'altra
cosa? Chi sa? Forse a sua madre pensa,
pensa se questo è l'amore. I lustrini,
sul gran corpo di lei, col gioco vario
delle luci l'abbagliano. E i severi
occhi riaperti, l_ più non li volge.
Solo ascolta la musica, leggera
musichetta da trivio, anche a me cara
talvolta, che per lui si è fatta, dentro
l'anima sua popolana ed altera,
una marcia guerriera.
Sulle belle chiome metti ghirlande - Saffo
Tu, o Dice, sulle belle chiome metti ghirlande,
dalle tenere mani intrecciate con steli di aneto,
perché le C_riti felici accolgono
chi si orna di fiori: fuggono chi è senza ghirlande.
"A Silvia"
Silvia, rimembri ancora
quel tempo della tua vita mortale,
quando belt_ splendea
negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi,
e tu, lieta e pensosa, il limitare
di gioventù salivi?
Sonavan le quiete
stanze, e le vie d'intorno,
al tuo perpetuo canto,
allor che all'opre femminili intenta
sedevi, assai contenta
di quel vago avvenir che in mente avevi.
Era il maggio odoroso: e tu solevi
così menare il giorno.
Io gli studi leggiadri
talor lasciando e le sudate carte,
ove il tempo mio primo
e di me si spendea la miglior parte,
d’in su i veroni del paterno ostello
porgea gli orecchi al suon della tua voce,
ed alla man veloce
che percorrea la faticosa tela.
Mirava il ciel sereno,
le vie dorate e gli orti,
e quinci il mar da lungi, e quindi il monte.
Lingua mortal non dice
quel ch’io sentiva in seno.
Che pensieri soavi,
che speranze, che cori, o Silvia mia!
Quale allor ci apparia
la vita umana e il fato!
Quando sovviemmi di cotanta speme,
un affetto mi preme
acerbo e sconsolato,
e tornami a doler di mia sventura.
O natura, o natura,
perché non rendi poi
quel che prometti allor? perché di tanto
inganni i figli tuoi?
Tu pria che l’erbe inaridisse il verno,
da chiuso morbo combattuta e vinta,
perivi, o tenerella. E non vedevi
il fior degli anni tuoi;
non ti molceva il core
la dolce lode or delle negre chiome,
or degli sguardi innamorati e schivi;
né teco le compagne ai dì festivi
ragionavan d’amore.
Anche perìa fra poco
la speranza mia dolce: agli anni miei
anche negaro i fati
la giovinezza. Ahi come,
come passata sei,
cara compagna dell’et_ mia nova,
mia lacrimata speme!
Questo è il mondo? questi
i diletti, l’amor, l’opre, gli eventi,
onde cotanto ragionammo insieme?
questa la sorte delle umane genti?
All’apparir del vero
tu, misera, cadesti: e con la mano
la fredda morte ed una tomba ignuda
mostravi di lontano
Giacomo Leopardi
Mi piaci quando taci - Pablo Neruda
Mi piaci quando taci perché sei come assente,
e mi ascolti da lontano, e la mia voce non ti tocca.
Sembra come se gli occhi ti fossero volati
e sembra come se un bacio ti chiudesse la bocca.
Come tutte le cose sono piene della mia anima
emergi dalle cose, piena dell’anima mia.
Farfalla da sogno, somigli alla mia anima,
e somigli alla parola malinconia.
Mi piaci quando taci e sei come distante.
E stai come a lamentarti, farfalla in canto
E mi ascolti da lontano, e la mia voce non ti arriva:
Lascia che mi taccia con il silenzio tuo.
Lascia che ti parli anche con il tuo silenzio
chiaro come un lampada, semplice come un anello.
Sei come la notte, zitta e costellata.
Il tuo silenzio è da stella, tanto lontano e semplice.
Mi piaci quando taci perché sei come assente.
Distante e dolorosa come se fossi morta.
Una parola allora, un sorriso bastano.
E sono allegro, allegro perché non è vero.
Posso scrivere i versi - Pablo Neruda
Posso scrivere i versi più tristi questa notte.
Scrivere, per esempio: “La notte è stellata,
e tremano, azzurri, gli astri, lontano.”
Il vento della notte gira nel cielo e canta.
Posso scrivere i versi più tristi questa notte.
Io l’ho amata, e a volte anch’ella mi ha amato.
Nelle notti come questa l’ho avuta tra le mie braccia.
L’ho baciata tante volte sotto il cielo infinito.
Ella mi ha amato, a volte anch’io l’amavo.
Come non aver amato i suoi grandi occhi fissi.
Posso scrivere i versi più tristi questa notte.
Pensare che non la ho. Sentire che l’ho perduta.
Sentire la notte immensa, più immensa senza di lei.
E il verso cade all’anima come al pascolo la rugiada.
Che importa che il mio amore non potesse mantenerla.
La notte è stellata ed ella non è con me.
Questo è tutto. Lontano qualcuno canta. Lontano.
La mia anima non si rassegna ad averla persa.
Come per avvicinarla il mio sguardo la cerca.
Il mio cuore la cerca, ed ella non è con me.
La stessa notte che sbianca gli stessi alberi.
Noi, quelli di allora, non siamo più gli stessi.
Non l’amo più, è vero, ma quanto l’ho amata.
La mia voce cercava il vento per toccare il suo udito.
Di un altro. Sar_ di un altro. Come prima dei miei baci.
La sua voce, il suo corpo chiaro. I suoi occhi infiniti.
Non l’amo più, è vero, però forse l’amo.
È tanto corto l’amore, ed è tanto lungo l’oblio.
Perché in notti come questa l’ho avuta tra le mie braccia,
la mia anima non si rassegna ad averla persa.
Anche se questo è l’ultimo dolore ch’ella mi causa,
e questi sono gli ultimi versi che io le scrivo.
Corpo di Donna - Pablo Neruda
Corpo di donna, bianche colline, cosce bianche,
tu rassomigli al mondo nel tuo atteggiamento d'abbandono.
Il mio corpo di contadino selvaggio ti scava
e fa saltare il figlio dal fondo della terra.
Sono stato solo come una galleria. Da me fuggivano gli uccelli
e in me la notte entrava con la sua invasione possente.
Per sopravvivermi ti ho forgiata come un'arma,
come una freccia al mio arco, come una pietra nella mia fionda.
Ma cade l'ora della vendetta, e ti amo.
Corpo di pelle, di muschio, di latte avido e fermo.
Ah le coppe del petto! Ah gli occhi dell'assenza!
Ah la rosa del pube! Ah la tua voce lenta e triste!
Corpo di donna mia, persistero' nella tua grazia.
La mia sete, la mia ansia senza limite, la mia strada indecisa!
Oscuri fiumi dove la sete eterna continua,
e la fatica continua, e il dolore infinito.
LA TESSITRICE
Mi son seduto su la panchetta
come una volta... quanti anni fa?
Ella, come una volta, s'è stretta
su la panchetta.
E non il suono d'una parola;
solo un sorriso tutto piet_.
La bianca mano lascia la spola.
Piango, e le dico: Come ho potuto,
dolce mio bene, partir da te?
Piange, e mi dice d'un cenno muto:
Come hai potuto?
Con un sospiro quindi la cassa
tira del muto pettine a sé.
Muta la spola passa e ripassa.
Piango, e le chiedo: Perché non suona
dunque l'arguto pettine più?
Ella mi fissa timida e buona:
Perché non suona?
E piange, e piange - Mio dolce amore,
non t'hanno detto? non lo sai tu?
Io non son viva che nel tuo cuore.
Morta! Si, morta! Se tesso, tesso
per te soltanto; come, non so;
in questa tela, sotto il cipresso,
accanto alfine ti dormirò. -
PASCOLI
Amor, che movi tua vertù
Amor, che movi' tua vertù da cielo
come 'l sol lo splendore,
che l_ s'apprende più lo suo valore
dove più nobilt_ suo raggio trova;
e come el fuga oscuritate e gelo,
così, alto segnore,
tu cacci la viltate altrui del core,
né ira contra te fa lunga prova:
da te conven che ciascun ben si mova
per lo qual si travaglia il mondo tutto;
sanza te è distrutto
quanto avemo in potenzia di ben fare,
come pintura in tenebrosa parte,
che non si può mostrare
né dar diletto di color né d'arte.
Feremi ne lo cor sempre tua luce,
come raggio in la stella,
poi che l'anima mia fu fatta ancella
de la tua podest_ primeramente;
onde ha vita un disio che mi conduce
con sua dolce favella
in rimirar ciascuna cosa bella
con più diletto quanto è più piacente.
Per questo mio guardar m'è ne la mente
una giovane entrata, che m'ha preso,
e hagli un foco acceso,
com'acqua per chiarezza fiamma accende;
perché nel suo venir li raggi tuoi,
con li quai mi risplende,
saliron tutti su ne gli occhi suoi.
Quanto è ne l'esser suo bella, e gentile
ne gli atti ed amorosa,
tanto lo imaginar, che non si posa,
l'adorna ne la mente ov'io la porto;
non che da sé medesmo sia sottile
a così alta cosa,
ma da la tua vertute ha quel ch'elli osa
oltre al poder che natura ci ha porto.
È sua belt_ del tuo valor conforto,
in quanto giudicar si puote effetto
sovra degno suggetto,
in guisa ched è 'l sol segno di foco;
lo qual a lui non d_ né to' virtute,
ma fallo in altro loco
ne l'effetto parer di più salute. '
Dunque, segnor di sì gentil natura
che questa nobiltate
che avven qua giuso e tutt'altra bontate
lieva principio de la tua altezza,
guarda la vita mia quanto ella è dura,
e prendine pietate,
ché lo tuo ardor per la costei bieltate
mi fa nel core aver troppa gravezza.
Falle sentire, Amor, per tua dolcezza,
il gran disio ch'i' ho di veder lei;
non soffrir che costei
per giovanezza mi conduca a morte;
ché non s'accorge ancor com'ella piace,
né quant'io l'amo forte,
né che ne li occhi porta la mia pace.
Onor ti sar_ grande se m'aiuti,
e a me ricco dono,
tanto quanto conosco ben ch'io sono
l_ 'v'io non posso difender mia vita:
che gli spiriti miei son combattuti
da tal ch'io non ragiono,
se per tua volont_ non han perdono,
che possan guari star sanza finita.
Ed ancor tua potenzia fia sentita
da questa bella donna, che n'è degna;
ché par che si convegna
di darle d'ogni ben gran compagnia,
com'a colei che fu nel mondo nata
per aver segnoria
sovra la mente d'ogni uom che la guata.
DANTE
DANTE ALIGHIERI
Tanto gentile e tanto onesta pare
Tanto gentile e tanto onesta pare
la donna mia quand’ella altrui saluta,
ch’ogne lingua deven tremando muta,
e li occhi no l’ardiscon di guardare.
Ella si va, sentendosi laudare,
benignamente d’umilt_ vestuta;
e par che sia una cosa venuta
da cielo in terra a miracol mostrare.
Mostrasi sì piacente a chi la mira,
che d_ per li occhi una dolcezza al core,
che ‘ntender no la può chi no la prova;
e par che de la sua labbia si mova
un spirito soave pien d’amore,
che va dicendo a l’anima: Sospira.
PS:shpresoj qe te mos keme shkru dy here te njeten poezi....
E' tutto finito
POvero Catullo,smettila di essere insensato
e considera finito quello che vedi che è finito.
Un tempo risplendettero per te giorni luminosi,
quando venivi sempre l_
dove ti guidava la donna che ho amato
quanto nessuna sar_ amata.
L_ si compivano molti giochi amorosi
che tu desideravi e che lei desiderava non meno di te.
Davvero risplendettero per te giorni luminosi;
Ora ella non vuole più:anche tu ,pazzo,
non volere più, e non continuare a seguire
colei che fugge e non vivere infelice,
ma sta saldo, resisti con animo ostinato;
Addio, donna, ormai Catullo resiste,
e non ti cercher_ e non ti pregher_ contro la tua volont_.
Ma sarai tu ad affliggerti, quando non sarai pregata;
Scelerata guai a te! Che vita ti attende?
Chi ora ti accoster_? A chi ora sembrerai graziosa?
Con chi farai l'amore? A chi si dir_ che appartieni?
Chi bacerai? A chi morderai le labbra?
Ma tu, Catullo, insisti nella tua determinazione...
Catullo
E' la mia preferita.. tutti gli amori finiscono così, non esiste quello vero
ALLA SUA DONNA--Giacomo Leopardi
Cara belt_ che amore
Lunge m'inspiri o nascondendo il viso,
Fuor se nel sonno il core
Ombra diva mi scuoti,
O ne' campi ove splenda
Più vago il giorno e di natura il riso;
Forse tu l'innocente
Secol beasti che dall'oro ha nome,
Or leve intra la gente
Anima voli? o te la sorte avara
Ch'a noi t'asconde, agli avvenir prepara?
Viva mirarti omai
Nulla spene m'avanza;
S'allor non fosse, allor che ignudo e solo
Per novo calle a peregrina stanza
Verr_ lo spirto mio. Gi_ sul novello
Aprir di mia giornata incerta e bruna,
Te viatrice in questo arido suolo
Io mi pensai. Ma non è cosa in terra
Che ti somigli; e s'anco pari alcuna
Ti fosse al volto, agli atti, alla favella,
Saria, così conforme, assai men bella.
Fra cotanto dolore
Quanto all'umana et_ propose il fato,
Se vera e quale il mio pensier ti pinge,
Alcun t'amasse in terra, a lui pur fora
Questo viver beato:
E ben chiaro vegg'io siccome ancora
Seguir loda e virtù qual ne' prim'anni
L'amor tuo mi farebbe. Or non aggiunse
Il ciel nullo conforto ai nostri affanni;
E teco la mortal vita saria
Simile a quella che nel cielo india.
Per le valli, ove suona
Del faticoso agricoltore il canto,
Ed io seggo e mi lagno
Del giovanile error che m'abbandona;
E per li poggi, ov'io rimembro e piagno
I perduti desiri, e la perduta
Speme de' giorni miei; di te pensando,
A palpitar mi sveglio. E potess'io,
Nel secol tetro e in questo aer nefando,
L'alta specie serbar; che dell'imago,
Poi che del ver m'è tolto, assai m'appago.
Se dell'eterne idee
L'una sei tu, cui di sensibil forma
Sdegni l'eterno senno esser vestita,
E fra caduche spoglie
Provar gli affanni di funerea vita;
O s'altra terra ne' superni giri
Fra' mondi innumerabili t'accoglie,
E più vaga del Sol prossima stella
T'irraggia, e più benigno etere spiri;
Di qua dove son gli anni infausti e brevi,
Questo d'ignoto amante inno ricevi.
CANTO---GIUSEPPE UNGARETTI
Rivedo la tua bocca lenta
(il mare le va incontro delle notti)
e la cavalla delle reni
in agonia caderti
nelle mie braccia che cantavano,
e riportarti un sonno
al colorito e a nuove morti.
E la crudele solitudine
che in sé ciascuno scopre, se ama,
ora tomba infinita,
da te mi divide per sempre.
Cara, lontana come in uno specchio...
E' amore - Arturo Moccia
Lo stupore di vivere
all'ombra della tua luce.
E' amore
Questo farmi silenzio
alla tua voce.
E' amore
Baciare i tuoi occhi
ancora chiusi sui sogni.
E' amore
Dissetarmi alla fonte
dei tuoi seni odorosi.
E' amore
Entrare nella sete
della tua bocca.
E' amore
Penetrare nell'ansia
del tuo corpo tremante.
E' amore
Vivere la gioia
dello stesso istante
nello stesso istante.
E' amore
Assoluto,
totale,
infinito,
amore.
Attesa - Arturo Moccia
Amore, vieni !
Se ti sgomenta,
nell'incerta luce,
il pianto breve
della civetta,
nefasto auspicio
ai crèduli,
metafora di lutti
e di sciagure,
non tremare,
stringiti forte a me
che breve
ti sar_ la notte.
Ti cercherò - Arturo Moccia
Ai confini del tempo
ti cercherò
amore mio.
Dove lo spazio muore
e pallida si dissolve la luce.
Ti cercherò
dove le antiche stanze
illudono fantasmi
e la tua voce è muta.
Smarrita, la memoria
naviga su laghi d'ombra
effimero riflesso
di foreste oscure
prive di canti e d'ali
dove neri alberi
nudi di foglie,
fingono adunche mani
di giganti morenti
Per sempre amore mio
ti cercherò
e ormai senza respiro
finirò forse per trovarti.
Dove?
Risveglio - Arturo Moccia
Brivido di silenzio
è il tuo saluto
a chiudere la notte.
Misteriose presenze
hanno vegliato
sui nostri corpi ignudi.
Angeli deliranti
hanno guidato
i nostri amplessi,
torbidi e plebei.
Non vi sono più stelle
nel mio cielo,
livida l'alba le ha portate via
con i miei sogni fanciulli.
Ritorno - Arturo Moccia
Sono tornato
nelle antiche stanze
dove,ancora fanciulli,
consumammo, inesperti
il nostro amore.
Improbabili immagini cercavo,
senza speranza,nelle vecchie carte,
e negli specchi polverosi e oscuri
Cercavo la tua voce e le parole
della nostra canzone,
il tuo profumo lieve, il tuo sorriso,
fantasmi evanescenti di ricordi:
incerte fantasie.
Solo l'occulta trama
del tappeto ha serbato,
e forse per magia,
l'impronta ancora viva
dei nostri corpi ignudi
acerbi frutti, roridi nell'alba,
d'una dimenticata primavera.
Cercavo altro di te- Arturo Moccia
Cercavo altro di te
che non fossero
queste tue mani esperte
in sapienti carezze
e questo tuo corpo immenso,
che non pone confini al mio piacere.
Cercavo parole smarrite nel tempo
del nostro amore fanciullo
quando sapevi dirmi,a bassa voce,
e tutta rossa in viso:
''ti voglio bene''
Se in queste sere - Arturo Moccia
Se in queste sere
d'inverno, a luci spente,
seduta accanto a me
nel cerchio caldo
del camino acceso
evocherai la fiamma
che fanciulli ci unì
ancora forse ascolterai
le parole d'amore
che da troppo tempo
non ci diciamo più.
Sar_ come tornare
alla collina
ed alla vecchia casa
arrampicata nel verde
di fronte al mare.
E addormentarsi
nel sogno.
Tornerai? - Arturo Moccia
Seguo attento ogni traccia,
in ogni segno un forse,
ogni piccola luce
è una speranza.
Tornerai?
Forse non ti ricordi
le arcane geometrie,
di Kama
dio dalle frecce in fiore.
I sutra letti insieme?
Le parole sussurrate
mentre Rava suonava
il suo ''sitar''?
Ho riacceso l'incenso
di sandalo, memoria
delle nostre notti d'amore;
e aspetto di morire
perchè, forse non sai,
di nostalgia, si muore!!!
All'aurora----Giosuè Carducci
Tu sali e baci, o dea, co 'l rosëo fiato le nubi,
baci de' marmorëi templi le fosche cime.
Ti sente e con gelido fremito destasi il bosco,
spiccasi il falco a volo su con rapace gioia;
mentre ne l'umida foglia pispigliano garruli i nidi,
e grigio urla il gabbiano su 'l vïolaceo mare.
Primi nel pian faticoso di te s'allegrano i fiumi
tremuli luccicando tra 'l mormorar de' pioppi:
corre da i paschi baldo vèr' l'alte fluenti il poledro
sauro, dritto il chiomante capo, nitrendo a' venti:
vigile da i tuguri risponde la forza de i cani
e di gagliardi mugghi tutta la valle suona.
Ma l'uom che tu svegli a oprar consumando la vita,
te giovinetta antica, te giovinetta eterna
ancor pensoso ammira, come gi_ t'adoravan su 'l monte
ritti fra i bianchi armenti i nobili Aria padri.
Ancor sovra l'ali del fresco mattino rivola
l'inno che a te su l'aste disser poggiati i padri.
- Pastorella del cielo, tu, frante a la suora gelosa
le stalle, riadduci le rosse vacche in cielo.
Guidi le rosse vacche, guidi tu il candido armento
e le bionde cavalle care a i fratelli Asvini.
Come giovine donna che va da i lavacri a lo sposo
riflettendo ne gli occhi il desïato amore,
tu sorridendo lasci caderti i veli leggiadri
e le virginee forme scuopri serena a i cieli.
Affocata le guance, ansante dal candido petto,
corri al sovran de i mondi, al bel fiammante Suria,
e il giungi, e in arco distendi le rosee braccia al gagliardo
collo; ma tosto fuggi di quel tremendo i rai.
Allora gli Asvini gemelli, cavalieri del cielo,
rosea tremante accolgon te nel bel carro d'oro;
e volgi verso dove, misurato il cammino di gloria,
stanco ti cerchi il nume ne i mister de la sera.
Deh propizia trasvola - cos_ t'invocavano i padri -
nel rosseggiante carro sopra le nostre case.
Arriva da le plaghe d'orïente con la fortuna,
con le fiorenti biade, con lo spumante latte;
ed in mezzo a' vitelli danzando con floride chiome
molta prole t'adori, pastorella del cielo. -
Cos_ cantavano gli Aria. Ma pi_cqueti meglio l'Imetto
fresco di vénti rivi, che al ciel di timi odora:
pi_cquerti su l'Imetto i lesti cacciatori mortali
prementi le rugiade co 'l coturnato piede.
Inchinaronsi i cieli, un dolce chiarore vermiglio
ombrò la selva e il colle, quando scendesti, o dea.
Non tu scendesti, o dea: ma Cefalo attratto al tuo bacio
sal_a per l'aure lieve, bello come un bel dio.
Su gli amorosi venti sal_a, tra soavi fragranze,
tra le nozze de i fiori, tra gl'imenei de' rivi.
La chioma d'oro lenta irriga il collo, a l'omero bianco
con un cinto vermiglio sta la faretra d'oro.
Cadde l'arco su l'erbe; e Lèlapo immobil con erto
il fido arguto muso mira salire il sire.
Oh baci d'una dea fragranti tra la rugiada!
oh ambrosia de l'amore nel giovinetto mondo!
Ami tu anche, o dea? Ma il nostro genere è stanco;
mesto il tuo viso, o bella, su le cittadi appare.
Languon fiocchi i fanali; rincase, e né meno ti guarda,
una pallida torma che si credé gioire.
Sbatte l'operaio rabbioso le stridule impòste,
e maledice al giorno che rimena il servaggio.
Solo un amante forse che placida al sonno commise
la dolce donna, caldo de' baci suoi le vene,
alacre affronta e lieto l'aure tue gelide e il viso:
- Portami -, dice, - Aurora, su 'l tuo corsier di fiamma!
ne i campi de le stelle mi porta, ond'io vegga la terra
tutta risorridente nel roseo lume tuo,
e vegga la mia donna davanti al sole che leva
sparsa le nere trecce giú pe 'l rorido seno. -
Ne floket e tu ( BODLER)
...Lerme t'u marr ere, te thith thelle, pafundesisht, aromen e flokeve te tu, te zhys ne to krejt fytyren si ne ujet e nje burimi
te kristalte e, pastaj, me gishtat e mi t'i shushpuris ato si nje shami eremire qe shperndan kujtime te embla ne eter. Ah, sikur ti
te mund te imagjinoje gjith'ato qe une shoh, gjith'ato qe ndjej, gjith'ato qe degjoj ne floket e tu! Shpirti im lundron mbi parfume
si shpirti i te tjereve ne muzike... I zhytur mes flokeve te tu, shoh nje enderr plot anije, vela e dyreke te cilet musonet i
shtyjne drejt klimash te mrekullueshme, mes detrash pafund, aty ku qielli eshte teper blu e deti shume i thelle, aty ku thithet ajer
i parfumuar nga aroma e frutave, barit e lekures njerezore. Ja, ne oqeanin e flokeve te tu shoh nje port plot dallge kengesh
melankolike, me njerez te forte racash te ndryshme e plot anije lloj-llojesh te cilat lartojne arkitekturat e tyre te perkryera
nen nje qiell te pafund ku prehet nje ngrohtesi e perjetshme. Duke ledhatuar floket e tu, ndjej ofshamat e lengatat e
dikurshme, te perjetuara shtire mbi nje divan, ne dhomezen e nje anije te bukur perkundur nga valet e lehta te molos; aty mes vazo
lulesh e amforash freskuese. Mes vatres se zjarrte te flokeve te tu, tani thith arome duhani egzotik perzier me opium e kallam
sheqeri e, nderkohe, ne naten e flokeve te tu, me shfaqet shkelqimi i pafund i kaltersive tropikale; mbi brigjet e kadifejta
te flokeve te tu mbushem plot aroma ku ndjej perzier bashke: gudron, myshk e vaj kokoje. Ah, lerme te kafshoj floket e tu ! Kur
fus gojen mes mases se tyre elastike e rebele, me duket se shijoj kujtimet me te embla!..
Stolite( BODLER)
Stolite
E embla ime qe shtrire krejt nudo, ashtu sic m'a donte shpirti
e ne trup s'kish lene gje tjeter vec stolitve te saj tingelluese
e fort te cmuara qe i jepnin nje pamje e ajer teper triumfues,
te tille si ai i sklleverve te Moreve ne ditet e tyre me te lumtura....
E, kur keto stoli tunden e hidhen me nje zhurme tallese
ne nje bote vezulluese plot drite metali e zafiresh,
ndjej te hyj ne ekstaze e te humbas ne terbim
mes gjerash ku tingujt perzihen ne drite e harrim...
E, ajo e shtire mbi divan, e dorezuar ne ledhka dashurie
qeshte krejt e leshuar e hareshem nga lumturia,
qeshte me dashurine time, te thelle e te embel si deti,
qe ngjitej drejt saj si dallga mbi shkembenj...
Me syte e saj cpues te ngulur mbi mua si nje tiger i zbutur
me pamje te perhumbur e enderrimtare merrte poza lozonjare
e me hidhte hidhte shigjeta shikimesh plot ledhka dashurie
e pamja e saj naive e sensuale shkriheshin plot nur e magji...
E barku i saj e gjinjte si dy fryte te virgjer eremire
dhe lleret dhe kembet dhe kofshet e baseni,
te lemuar si fildish, te valezuar si qafe mjelme
shfaqeshin para meje, mermer i paster e plot drite
Afroheshin e me perkedhelnin si Engjejt e se Keqes,
per te me prishur qetesine e prehjen e shpirtit tim,
per te me coroditur e rrezuar nga ai Shkemb Kristal
ku isha ulur e prehesha i qete e vetmitar...
Alla Musa---Ugo Foscolo
Pur tu copia versavi alma di canto
Su le mie labbra un tempo, aonia Diva,
Quando de' miei fiorenti anni fuggiva
La stagion prima, e dietro erale intanto
Questa, che meco per la via del pianto
Scende di Lete ver la muta riva:
Non udito or t'invoco; ohimè! soltanto
Una favilla del tuo spirto è viva.
E tu fuggisti In compagnia dell'ore,
O Dea! tu pur mi lasci alle pensose
Membranze, e del futuro al timor cieco.
Però mi accorgb, e mel ridice Amore,
Che mal pónno sfogar rade, operose
Rime il dolor che deve albergar meco.
Di te stesso all'amata - Ugo Foscolo
Così gl'interi giorni in lungo incerto
Sonno gemo! ma poi quando la bruna
Notte gli astri nel ciel chiama e la luna,
E il freddo aer di mute ombre è converto;
Dove selvoso è il piano e più deserto
Allor lento io vagando, ad una ad una
Palpo le Piaghe onde la rea fortuna
E amore, e il mondo hanno il mio core aperto.
Stanco mi appoggio or al troncon d'un pino,
Ed or prostrato ove strepitan l'onde,
Con le speranze mie parlo e deliro.
Ma per te le mortali ire e il destino
Spesso obbliando, a te, donna, io sospiro:
Luce degli occhi miei chi mi t'asconde?
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