Sento spesso la radio. Mi č sempre piaciuto qst aggieggio piccolo capace di penetrare ovunque: dentro un supermercato, dentro un carcere, un ospedale, una casa, una macchina, dentro un'anima. C'č stato un determinato periodo che la radio era diventata una specie di camomilla o valium dhe prendono coloro che soffrono d'insonnia per addormentarsi a tarda notte.
E adesso č il momento di una bellissima canzone di battisti e io mi perdo in parole che sento che mi appartergono
» E penso a te «
Io lavoro e penso a te
torno a casa e penso a te
le telefono e intanto penso a te.
Come stai? E penso a te
Dove andiamo? E penso a te.
Le sorrido abbasso gli occhi e penso a te.
Non so con chi adesso sei
non so che cosa fai
ma so di certo a cosa stai pensando
č troppo grande la cittą
per due che come noi
non sperano perņ si stan cercando cercando.
Scusa č tardi e penso a te
ti accompagno e penso a te
non son stato divertente e penso a te
sono al buio e penso a te
chiudo gli occhi e penso a te
io non dormo e penso a te.
Qualche volta, l'ho provato il disagio nel stare stare tra gente e la voglia di diventare invisibile. Un certo bisogno di mimetizzarsi con alberi, mura, strada, e qualsiasi cosa di materiale. Sai, sentirsi liberi nel vero senso della parola, fregandosi di tutto e di tutti. Camminare a piedi nudi e sentire l'erba un pņ bagnata dalla rugiada del mattino ( oh io adoro stare a piedi nudi, credo che č uno dei pocchi vizi che ho conservato da bambina, nonostante la molteplicitą di tentativi di mia madre di togliermi qst vizio comprandomi pantofole di diversi tipi colorati con diverse forme, facendomi discorsi che poi da grande ne potevo soffrire di qst vizio e poi rinuniciare, dopo 20 anni di sgridate senza esito positivo
) e poi sdraiarsi e avere sopra la testa un cielo di alberi di prugne. Godersi il silenzio e poi sentire volentieri le voci di chi fa baldoria nel palazzo di fianco, bevendo come delle spugne cantando nel balcone, buttando mozziconi di sigarette nei balconi dei vicini rompiballe e sputtanando in giro gli/le ex.E poi guardare i bambini che giocano sporcandosi spensierati, mentre pian- piano si affiorano i ricordi della mia infanzia, quando io giocavo "rovizash " e nascondevo a chiave la pietra per giocare nel contattore dell'acqua. Beh, mica tutti potevano disporre di una non ruvida ma lucida e liscia pietra. Il trucco stava nel prenderci l'abitudine del peso e dopo si poteva manovrare di conseguenza e la vincitą era assicurata
.Fare questo viaggio attrezzato di ricordi e poi avere una sfrenata voglia di catturare un momento, farlo in triplice copia:p metterlo sottovuoto per tenerlo nella tasca dei pantaloni:p per poi arrivare a capolinea : il presente o la realtą. E da lģ accorgersi che i miei ricordi e il mio presente sono cosģ intimamente connessi fra di loro ed indiscindibili integrandosi vicendevolmente. I miei ricordi che sono il mio passato in qualche modo creano il mio presente e tracciano il mio futuro.
Mi accade tutto questo e........ penso a te.....