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-- Aldo Busi, il ribelle... (http://www.forumihorizont.com/showthread.php3?threadid=5118)


Postuar nga Fajtori datë 13 Maj 2004 - 02:13:

Aldo Busi, il ribelle...

Kohet e fundit kam rene ne kontakt me punet e ketij shkrimtari. Thjesht kam mbetur gojehapur. Me boten time te ngushte kam menduar se do mjaftonte nje artist i tille ne Shqiperi qe te zgjoheshim nga gjumi.

Po sjell me poshte disa pjese ne italisht. Te them te drejten fillova ti perkthej por nuk arrita. Ndoshta fjalori im i varferuar nga largesia, ose ndoshta varferia e gjuhes shqipe qe paketon shume fjale te huaja ne pak fjale elementare ne shqip, ose ndoshta variacioni gjuhesor qe perdor ky autor, bejne qe perkthimi sado i perafruar te humbase sfumatura spektakolare. Shpresoj qe te dini italisht pra, dhe besoj keto grimca do ngacmojne qenien tuaj.

* * *

Fino a tutto il Duecento a nessuno venne mai in mente di applicare l’aggettivo “sincero” all’essere umano; sincero era l’olio, il vino, un prodotto “naturale” non frammischiato ad altro, un risultato assolutamente sé in ogni sua parte infinitesimale, qualcosa che derivava da una sola origine mantenuta intatta, pur nel suo divenire un dato cibo commestibile, al momento della sua assunzione. Sincero, quindi, come il miele, che è sin-cera, cioè ciò che si ha una volta staccato il favo di cera entro cui, di cellula in cellula, le api depongono il miele; sincero significava dunque puro, cristallino, senza scorie. Le cose si fanno più complicate allorché questo aggettivo viene applicato all’essere umano: può mai un essere umano essere senza scorie quando apre bocca o pone mano alla penna? Cos’è la sincerità, in questa accezione moderna, se non la recita, più o meno schietta, di una impossibile purezza? Davvero la nostra dichiarazione d’intenti, per quanto apparentemente spassionata, genuina, sincera, coincide con ogni possibile esclusione di corpi estranei, altro da sé, di altri fini sotterranei taciuti, rimossi o messi in conto affinché l’altro non se ne avveda e cada nella nostra trappola allorchè è convinto che siamo noi a essere caduti nella sua?

Ci si può avvicinare alla sincerità solo nella misura in cui siamo bravi a non far trapelare le scorie di cui è disseminato il nostro animo e il nostro fine, cioè il nostro percorso verso l’espressione della sincerità del momento a soddisfacimento del nostro bisogno del momento, spesso travestito da slancio spontaneo che lo escluda, che non lo riveli tradendoci e con noi il nostro eventuale doppio fine; la sincerità umana è inevitabilmente la recita di una bugia volta a fin di bene, quasi sempre il nostro, mai l’altrui; allora, come sarà possibile essere sinceri pur essendo solo degli esseri umani socialmente vincolati dalla riuscita della propria recita della sincerità? Se uno è anche sincero fino in fondo come crede e poi non sa esprimere compiutamente la sua sincerità, potrà mai essere creduto? Credete davvero che basti piangere o ridere o “dire le cose come stanno” per essere creduti sinceri? L’unico modo per essere sinceri, per me, è dare conto anche delle scorie che vediamo in noi allorché pretendiamo di non averne, significa non tacerle, accettare che il miele umano è pieno di rimasugli di cera, smascherarli non tanto a noi quanto agli altri verso i quali stiamo tentando di essere sinceri dicendo loro, “Cercherò di essere sincero, ma tu sta’ attento a quello che sta uscendo dalla mia bocca per entrare nella tua e essere da te deglutito, potresti soffocare o come minimo romperti un dente”. Quindi dobbiamo rassegnarci al fatto che l’essere umano non solo recita le bugie, ma le sincerità: l’unico modo per non essere presi, presto o tardi, in castagna è essere i traditori di noi stessi, della nostra parte di scoria di cui siamo consapevoli allorchè pretendiamo di dare a bere a qualcuno di essere cristallini come l’acqua di fonte. Il percorso della parola dal cervello, per non dire dal cosiddetto cuore, alla lingua è pieno di insidie e di tranelli, e di colpi di teatro ignoti allo stesso attore. E’ impossibile essere sinceri se taci un solo frammento occulto che vedi potrebbe disturbare la recita che stai facendo per essere creduto; quando ci va bene, si è sinceri nel tempo, allorché possiamo valutare in qualcuno che la percentuale di sincerità, e di altruismo, è stata di gran lunga superiore alla sua percentuale di falsità, e di egoismo. Io sono sicuramente uno degli esseri umani più sinceri che sia mai apparso sulla faccia della Terra, e sapete perché? Perché sapendomi umano sono naturalmente portato alla menzogna, per difesa, per viltà, per paura, per quieto vivere, per interesse, per pigrizia, per disperazione come tutti voi e tutti gli altri, ma a differenza di ogni altro ho posto la mia sincerità non nel farmi bello agli occhi altrui, ma ai miei stessi, e l’unico modo per me di essere bello ai miei occhi era farmi più brutto che potevo a quelli altrui, smascherando le mie stesse menzogne o voglia di menzogna ogni volta che pretendevo o aspiravo a essere “sincero fino in fondo”; infatti, non faccio mai in tempo a essere sincero che al contempo ho già rivelato non la parte nobilitante della mia presupposta sincerità ma la sua parte spregevole, la mia parte di finzione, che spesso io stesso devo andare a snidare tra le pieghe del mio pensiero e delle mie vere intenzioni; a volte questo processo binario è immediato e, come dire, tutt’uno, altre volte impiego più tempo a denunciarmi semplicemente perché io stesso ho creduto alla bugia della mia sincerità e solo in un secondo tempo mi si sono aperti gli occhi sulla vera ragione di certi miei comportamenti e l’ho scoperta. Però sono parecchio allenato, è difficile che oggi stia lì a prendermi la briga di essere sincero o no, perché nessuno è ai miei occhi così importante da meritarsi una mia bugia o una mia sincerità, non mi pongo nemmeno più il problema della mia autenticità o della sua messa in discussione a opera mia o di qualcun altro: costui si prenda quel poco che mi degno di dargli e poi veda da sé di che cosa si tratta, lo tenga, lo butti, la cosa non mi sfiora più di tanto – mi legga, non mi legga, legga altri, non legga nessuno, la società è fatta culturalmente di tanti compartimenti stagni, va bene così, non posso forzare le cose più di tanto.

Infine, mi sembrerebbe di poter affermare che si è del tutto sinceri solo quando esprimiamo dell'odio verso e contro qualcuno; pensiamo all'odio cieco di un gruppo religioso contro l'altro, dell'odio di una razza contro l'altra, dell'odio stesso dei cosiddetti eterosessuali contro i cosiddetti omosessuali, di un figlio verso il padre, di un innamorato verso chi lo ha respinto; l'odio che si propone di disintegrare, a differenza dell'amore o della propensione al bene e all'integrazione sociale, non mente mai, ma anche qui possono presentarsi col tempo sorprese sconvolgenti: credevi di odiare a morte quella tale persona, invece stavi odiando soltanto te stesso fino alla morte...


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