durrsake_topolake
virtualmente virtuale
Regjistruar: 17/05/2004
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fuori tema...qlcs di carino da leggere
IDENTITA' PERDUTA
E' come se si fossero persi il passato e il futuro, si vive solo nel presente. Domina l'impulso animale telecratico e si perde la poesia. Non c'č pił la poesia nella quotidianitą. E se c'č viene repressa, stroncata. La poesia non vive nella stupiditą! Richiede l'anima, lo spirito, l'intelletto, la sensibilitą. Un contesto divenuto ormai sconosciuto. Vi č un continuo attentato alla vita col discredito; una volontą di non far bene, ma subito male. Jankélévitch: "il bene č una cosa che occorre fare seduta stante, immediatamente...sempre subito, sempre ad ogni istante, ed in particolare in questo istante stesso, in questo momento, nel minuto stesso in cui lo diciamo. Domandare quando? č quindi ridicolo come domandare: per quanto tempo?"
Assistiamo invece al richiamo animale telegenico che riproduce l'uomo senza qualitą. Si č perso il senso anche delle cose. Si č persa la loro provenienza, la loro storia, la loro identitą. La consapevolezza etica č sepolta dall'edonismo, dall'economicismo, dal consumismo, fino all'annientamento del soggetto, divenuto in vita consumatoio, presente solo nei musei. Soggetti trasformati in oggetti che vivono nella loro fruizione reciproca, sostenitori della virtł della forza.
Il consumatore č motivato dal solo piacere edonistico non riesce pił a vedere, a riconoscere, a capire. Non č dato infatti di comprendere, č stato falsato il piano cognitivo da un preciso, efficace sistema informativo dotato in particolare di radiazioni catodiche e pubblicitą, capace di rendere "distratti" i consapevoli e manipolare gli inconsapevoli. Le relazioni sono impedite o soggette a rapina.
Dall'animale all'uomo: un cannibalismo sociale in atto, che nutre la partitocrazia, alimenta linee di processo funzionali all'attuale sistema del capitale finanziario orbitante. Vite in allevamento! Ciņ che l'uomo fa con gli animali, lo fa anche coi suoi simili. Uno sterminio venduto come tutto naturale, necessario nei salotti delle vanitą, delle vanterie, delle cerimonie, col loro cinguettio di conversazioni irreali e maldicenze. Caproni li chiamava "farabutti".
Luigi Boschi
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[io non c'ero e se c'ero dormivo]
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