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Tefta Tashko Koēo, l’usignolo albanese

Repertorio musicale
Tefta Tashko Koço faceva parte di quella schiera di artisti albanesi che nei primi anni del Ventesimo secolo, arricchirono il repertorio tradizionale della musica popolare e cittadina albanese con nuove forme tecniche sopraffine. Molti degli artisti di quell’epoca trasformarono - tramite le voci operistiche del soprano, del tenore e del baritono - questi due generi musicali per portarli verso la declamazione pubblica di alta qualitą. Le voci dei cantanti professionisti albanesi di quegli anni, in generale si sposavano con il suono strumentale occidentale dell’orchestra, con le intonazioni temperate e in qualche misura con il fraseggio concettuale della musica colta.
Tefta Tashko Koço apparteneva all’indirizzo della musica da camera, che mostrava l’origine orale della canzone tradizionale, e a quello operistico, che si basava sulla lettura e l’elaborazione degli spartiti. Concepiva le canzoni liriche cittadine come arie o ariosi e nelle sue intenzioni principali durante le esibizioni c’era il raggiungimento dell’ispirazione melodica, la quale creava l’immagine del suono e il ritmo musicale della canzone.

Sono ben note anche oggi al pubblico albanese le canzoni del suo repertorio che appartengono a questa gamma musicale, come: “La sorgente del nostro villaggio” (alb. “Kroi i fshatit tonë”), “Mi sono affacciata alla finestra” (alb. “Dola në dritare“),“Quando mio marito giunge dalla cascina” (alb. “Kur më vjen burri nga stani”), “Oh, dove stai andando piccola ragazza” (alb.“Oh, ku po shkon moj goce e vogël”), “Io ti ho amata” (alb. “Unë o ty moj të kam dasht “),“C’erano due cognate” (alb. “Ishin dy kunata”), “Zare rosa” (alb. “Zare trëndafile”), “Usignolo birichino” (alb.“Bilbil çapkëni”), “Il fiore piange il fiore” (alb. “Qante lulja lulen”), “Sei la grazia della bellezza” (alb. “Kenke nur i bukurisë”), “Soffia il vento del nord” (alb.“Fryn Veriu”), ecc.


Molte delle canzoni del suo repertorio appartengono alle poesie create da uno dei suoi migliori amici, il grande poeta albanese Lasgush Poradeci. Troviamo quattro poesie trasformate in canzoni con la musica del compositore Dhimitër Kovaçi: “La mia gioventł” (alb. “Të rite e vitevet të mi”), “Soffia il vento del nord” (alb.“Fryn Veriu”), “La mamma parlņ con lamento” (“Foli nëna me vajtim”), “La nostalgia del poeta” (alb.’Mall i vjershëtorit’). Altre due - “Quando divenni grande bambina” (alb. ‘Kur mu rite vogëloshe’) e “La sorgente del nostro paese” (alb. “Kroi i fshatit tonë”) - con la musica del compositore Kristo Kono. Mentre, “Chi ti donņ la bellezza” (alb. ‘Kush ta fali bukurinë’) con la musica del compositore Dhimitër Falli.

Di lei il grande poeta Poradeci dirą: “…Tefta era un’artista che aveva deciso di fare arte e non di utilizzarla per sostentarsi. Poteva fare la docente, ma lei non ci pensava nemmeno poiché voleva vivere con il frutto della sua arte e dei concerti. Su Tefta non do semplicemente informazioni ma do tutto il mio cuore!”


Oltre alle canzoni popolari e di lirica albanese, Tefta introdusse nei suoi programmi e nelle sue esibizioni anche le arie della musica lirica classica di autori rinomati a livello mondiale come Wolfgang Amadeus Mozart, Gounod, Franz Schubert, Giuseppe Verdi, Donizetti, Pergolesi, Bellini, Puccini, Rossini, ecc.
La sua vita breve č stata molto attiva e intensa, tra concerti e spettacoli onorando se stessa e il suo Paese anche nei palchi dei teatri stranieri. Partecipņ negli anni 1937 e 1938 come soprano professionista alla Fiera dell’Est a Bari. Sarą presente nel 1938 con l’artista Lola Aleksi Gjoka alla Fiera Francese a Parigi. Insieme con l’altra cantante famosa Marie Kraja e con i cantanti albanesi prestigiosi e rinomati di quegli anni - Adem Mani, Xhevat Boriçi, Kolë Vjerdha, Taip Kraja, Karlo Pali, ecc. - partecipņ al Festival di Folklore tenutosi a Firenze in Italia il 30 maggio 1939.
Nel 1945, eseguģ con successo il ruolo di Mimģ dall’opera “La bohčme” di Giacomo Puccini, poi quella di Rosina ne “Il Barbiere di Siviglia” di Gioachino Rossini, il ruolo di Violetta ne “La Traviata” di Giuseppe Verdi, il ruolo di Leila ne “I pescatori di perle” di Georges Bizet, ecc.

Registrņ due volte per la societą discografica ‘Columbia’ in Italia - nel 1937 e nel 1942 - dischi contenenti numerosi brani tratti dal repertorio classico vocale e 45 canti lirici di musica cittadina albanese. Le registrazioni furono accompagnate dall’orchestra del ‘Teatro alla Scala’ guidata da direttori italiani d’orchestra come Segurini, Rizza, Consiglio e Ruisi.
Tefta aveva nel suo repertorio circa 90 canzoni popolari di tutte le regioni albanesi e circa 36 di esse furono registrate su disco negli anni 1930, 1937 e 1942 a Parigi e Milano. Č da notare che in una buona parte dei casi, le registrazioni sono state effettuate in fretta e non sempre quando lo stato di voce della soprano era nella sua forma migliore. Nonostante la mancanza della buona qualitą tecnica delle registrazioni 78 gpm (giri al minuto) del 1930 e di quelle effettuate in nastri nel 1940 e 1950 - qualitą rinomata per quel periodo - le canzoni che contengono sono preziosissimi documenti sul concetto interpretativo della cantante.

Il suo stile di canto lirico cittadino adottņ dall’arte colta la leggerezza necessaria per produrre linee melodiche eleganti. Tefta Tashko Koço č stata valutata dalla critica albanese e internazionale una soprano lirica con una formazione perfetta: timbro chiaro e vitale, intonazione pura e cristallina, tecnica vocale perfetta e performance sceniche misurate e raffinate.

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Mesazh i vjetėr 31 Mars 2010 20:38
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Tefta Tashko Koēo, l’usignolo albanese

Lo spegnimento della voce dell’usignolo

Gravemente malata, nel 1946 venne ricoverata in ospedale per curarsi dal cancro che la stava uccidendo e anche se cercarono di fare tutto il possibile i medici non furono in grado di salvarla dalla morte. Quella inesauribile energia che l’aveva caratterizzata per tutta la vita stava arrivando alla fine.
Intorno alla mezzanotte del 22 dicembre del 1947, all’etą di soli 37 anni, si spense la vita di una grande artista eccelsa della cultura musicale albanese. Era bella, elegante, di grande stile e talento, ambiziosa, seria e costante nel suo lavoro e rigorosa nei confronti della sua perfezione artistica. La musica fu sempre parte della sua vita e del suo essere. Non riuscģ a portare a termine tutti i sogni e i progetti che coltivava da anni nel settore professionale, perņ č riuscita a lasciarci numerosi documenti sonori che testimoniano ciņ che un tempo fu considerato l’eccellenza del suo bel canto. Lei e la sua arte furono una sinergia consolidata di eleganza femminile e di cultura albanese di alto livello e ancora oggi pił che mai - quando l’arte sta diventando pura apparenza e priva di contenuti - riesce a offrirci spunti per ulteriori riflessioni.

Dopo la sua morte le venne conferita il titolo nazionale “Artista del Popolo” (alb. “Artiste e Popullit”), e oggi in Albania in suo onore vengono assegnati premi e si organizzano concorsi e competizioni artistico- culturali.






Link: http://www.youtube.com/watch?v=3qBXzvJmdwk
http://www.youtube.com/watch?v=5di0Xe1vf6I

http://www.albanianews.it/cultura/a...fta-tashko-koco

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Mesazh i vjetėr 31 Mars 2010 21:01
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Ninis, il Garrincha d'Albania che ha scelto la Grecia

E' il miglior talento del calcio greco ma č nato a Himara in Albania. Cresciuto nel Panathinaikos ha gią fatto soffrire la Roma in Europa League. I suoi avi si trasferirono in Italia e fondarono il paese di Piana degli albanesi.

di AUGUSTO DE BARTOLO


Se avesse seguito la strada dei suoi antenati, oggi, staremmo a litigare sulla naturalizzazione italiana di Sotiris Ninis, la stella pił promettente del calcio greco. E sģ perché l'ala del Panathinaikos č nata a Himara, in Albania, da dove, nel medioevo, partirono i coloni che fondarono la comunitą Arbëreshë pił popolosa della Sicilia dando vita al centro di Piana degli Albanesi, piccolo paese di oltre 6.000 anime che dista appena 24 Km da Palermo. E invece, a godere dei benefici e del talento di questa sorta di Garrincha del Pireo sarą la nazionale allenata da Otto Rehagel.

Sotiris fa parte della ristretta cerchia dei pezzi da ’90 e non solo perché č nato il 3 aprile di quell’anno ma soprattutto per le sue abilitą mostrate sin da giovanissimo, notate dal Panathinaikos che non ci ha pensato due volte a fargli firmare un contratto quinquennale a soli 16 anni. Fiducia ripagata sin dall’esordio, nel 2006, contro l’Egaleo, match nel quale fu eletto Mvp. Il gol nella sfida contro gli odiati rivali dell’Aek Atene gli ha aperto le porte dell’Olimpo calcistico di quello che di lģ a poco scelse come suo Paese.

Convocato dall’Under 21 dell’Albania, Ninis respinse la chiamata decidendo, di fatto, con quale Nazionale avrebbe preferito giocare. Una scelta che suscitņ non poche polemiche alla luce della rivalitą, non solo calcistica, tra Grecia e Albania. La pressione altissima derivata, tra le altre cose, anche da questa presa di posizione e le aspettative crescenti nei suoi confronti gli valsero inevitabilmente un periodo di involuzione che lo riportņ a giocare nella squadra giovanile.

L’occhio attento di Rehagel da una parte e l’arrivo di Henk Ten Cate sulla panchina del Panathinaikos č stato un elisir che Ninis non si č lasciato sfuggire. E’ stato nominato vice capitano della sua squadra e continua a stupire. Il suo fisico compatto gli permette di essere rapido ed elegante in ogni giocata, sia nello spazio breve che in allungo e spesso č risolutivo nel dispensare assist (e la Roma in Europa League ne sa qualcosa ndr). La classe č cristallina, il prezzo č accessibile: 10 milioni per portarlo via da Atene. Al Mondiale la Grecia potrą rivestire un ruolo da outsider e Ninis mostrare al mondo tutto il suo talento.

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Mesazh i vjetėr 08 Prill 2010 20:07
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PENSIONATO DI LA SPEZIA ADOTTA FAMIGLIA ALBANESE

Ha adottato un'intera famiglia albanese: madre, padre e figlia di sette anni. E' successo a LaSpezia, dove il 76enne Davide De Martino, pensionato ed ex sindacalista, č riuscito, con sentenza del tribunale a dare il suo cognome a Gazmir Gjoci, un amico albanese di 45 anni e alla sua famiglia.


La decisione De Martino l'ha presa quando la sorella e il fratello sono morti e il pensionato ha deciso di adottare una nuova famiglia.

"Abito da solo, sono scapolo e pensionato e loro abitano nello stesso portone, in una casetta di mia proprietą", dice a CNRmedia Davide De Martino. "Ci vediamo giornalmente anche con la bambina, che io adoro e che mi vuole molto bene e viviamo la vita di famiglia: io sono solo perchč ho perduto tutti i miei familiari, ma ho trovato una famiglia veramente splendida".

La procedura per adottare dal punto di vista giuridico la famiglia non č complessa: "Parlando con un amico avvocato, ho chiesto di legalizzare il rapporto e dare un nome italiano a questi ragazzi- spiega De Martino - Abbiamo fatto tutte le pratiche e dopo un anno, un anno e mezzo siamo andati in tribunale e i giudici hanno emesso la sentenza di adozione".

"Stiamo aspettando anche la cittadinanza italiana, a quel punto lui diventerą cittadino italiano con tutti i diritti di cui godiamo - aggiunge De Martino - Ora ha anche un cognome italiano, si chiama De Martino Gjoci come sua figlia con tutti i vantaggi di cui godono gli italiani- aggiunge il pensionato - se deve fare dei concorsi pubblici. Lui ha fatto l'universitą in Albania, ma purtoppo non sa fare alcun mestiere. Ora fa lavori di pitturazione all'interno della fonderia Nuova Pignone di Massa Carrara", conclude.

CNRmedia 9/04/2010

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Mesazh i vjetėr 09 Prill 2010 20:10
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Albania-Ue, l'Italia propone partenariato Tirana-Roma-Bruxelles

Roma, 14 mag (Il Velino) - Un “partenariato strategico” tra l’Albania, l’Italia e la Commissione europea per sostenere il processo di integrazione di Tirana nell’Ue: č la proposta del nostro paese che sarą al centro del convegno dal titolo “Il sostegno italiano all’integrazione dell’Albania nell’Ue: un partenariato strategico tra l’Albania, l’Italia e la Commissione europea”, che si svolgerą a Tirana il 19 maggio nell’ambito della stagione di eventi “Italia e Albania 2010: due popoli, un mare, un’amicizia”. L’iniziativa č promossa dall’ambasciata d’Italia a Tirana in collaborazione con numerosi soggetti pubblici e privati italiani e albanesi per aprire nuove opportunitą di sviluppo ad un dialogo bilaterale gią molto intenso e proficuo. Anche il convegno č stato organizzato dalla nostra sede diplomatica, in collaborazione con il Pore (Progetto opportunitą delle Regioni in Europa), struttura del dipartimento Affari regionali della presidenza del Consiglio, con il ministero dello Sviluppo economico, con l’Istituto per il commercio estero (Ice) e con il ministero albanese dell’Integrazione europea.

L’Italia – si legge sul sito internet della Farnesina -, č il primo partner economico per l’Albania in termini di interscambio commerciale e di investimenti diretti e intende sostenere l’adesione del paese balcanico nell’Ue attraverso mirate azioni di assistenza tecnica, finalizzate alla definizione da parte del governo di Tirana di conseguenti, adeguate strategie nazionali per l’adozione dell’acquis communitaire nei settori dell’agro- industria, delle infrastrutture-trasporti e dell’energia-ambiente. L’obiettivo del convegno č quindi di favorire con gli attori presenti, e in particolare con le Regioni italiane, il lancio di una strategia comune per una nuova collaborazione strutturata in cui le risorse dello strumento di pre-adesione Ipa (Instrument for pre-accession assistance), messe a disposizione dall’Unione europea, possano integrarsi in modo costruttivo ed efficace con altrettante iniziative promosse da attori istituzionali e non del nostro “Sistema Paese”.

Al convegno parteciperanno il ministro per i Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto, e il premier albanese, Sali Berisha. Il dibattito sarą inoltre moderato dal giornalista Rai, Duilio Giammaria, e coinvolgerą numerosi ministri albanesi, i vertici della delegazione dell’Unione europea a Tirana, alti rappresentanti di amministrazioni centrali e locali italiane e albanesi, nonché numerosi imprenditori privati.
(fbu) 14 mag 2010 13:20

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Mesazh i vjetėr 14 Maj 2010 16:55
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Perjashtohet Gianfranco Fini nga partia e Berlusconit

Ky eshte fjalimi qe mbajti dje duke spjeguar aresyet dhe vizionin e tij mbi politiken.

Fini eshte ndoshta politikani me i kthjellet dhe me i ndershem i Italise. President i dhomes se senatoreve, dikur minister i jashtem dhe zv. kryeminister.

Fjalim historik, fantastik dhe frymezues. Nje analize gjakftohte e principeve te shtetit italian, i vlefshem edhe per demokracine shqiptare. Lum si ai qe kupton italisht dhe arrin te rifreskoje principet e nje shteti me nje shembull kesaj rradhe te mire nga Italia.



Per vazhdimin:
http://tv.repubblica.it/copertina/f...e-2/52647?video

Modifikuar nga Fajtori datė 06/09/2010 ora 06:41

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Mesazh i vjetėr 06 Shtator 2010 06:27
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In Albania amicizie eccellenti del boss della Scu, Prudentino

Bashkangjitje: Kliko pėr tė hapur kėtė file nė njė dritare tė re prudentinoarrestato.jpg
Ky file ėshtė shkarkuar 19 herė.

BRINDISI - Amicizie eccellenti in Albania per Albino Prudentino, l’ex boss del contrabbando tornato in carcere due giorni fa su ordine della procura antimafia di Lecce con l’accusa di aver partecipato al tentativo di rinascita della Sacra Corona Unita. Dopo aver spadroneggiato in Montenegro a metą degli anni Novanta (a quel tempo rifugio della flotta di scafi blu che trasportavano sigarette di contrabbando diretti in Puglia), e poi averla fatta da padrone in Grecia dove venne arrestato nel 2001, Albino Prudentino (58 anni di Ostuni) da un paio di anni si era trasferito in Albania. E qui aveva iniziato a tessere la sua rete di pubbliche relazioni che l’aveva portato - per il tramite del figlio Angelo - a costituire tre diverse societą nel campo delle scommesse e del gioco d’azzardo.

Da una visura societaria effettuata dai giornalisti investigativi del quotidiano di Tirana «Gazeta Sqhiotare», si č cosģ scoperta una lista di nomi illustri che fanno da corollario alle societą di Prudentino. Nella societą «Bet Plus» ad esempio, costituita da Angelo Prudentino a Tirana l’1 dicembre 2008, risulta come «esperta contabile autorizzata» Shpresa Brecani, nipote del primo ministro Sali Berisha. Ieri la donna si č affretta a spiegare di non aver svolto alcun ruolo effettivo nella societą e di aver acconsentito di usare il suo nome (indispensabile al completamento delle procedure di registrazione) «solo come atto di cortesia».

Tra i membri del consiglio di controllo della stessa societą compare un altro insospettabile, l’ambasciatore Arqile Sota, ex direttore presso il ministero degli esteri quando al governo c’era il partito socialista.

Altri nomi eccellenti spuntano nella societą «Bettig system Albania», costituita da Angelo Prudentino il 12 febbraio 2010 e che ha sempre per oggetto scommesse e giochi d’azzardo: tra i membri del consiglio di controllo compare Ornela Bregu, sorella del ministro albanese per l’Integrazione tuttora in carica, mentre il cognato del ministro risulta titolare del 20% delle azioni (l’80 lo detiene Prudentino).

La terza societą dei Prudentino in Albania si chiama «Casinņ Italia», č stata costituita l’11 febbraio 2010 a Valona ed č quella che si appresterebbe ad ottenere una licenza dal governo albanese per l’apertura di un casinņ. Rappresentante legale della societą risulta un italiano, tale Carlo Cardinali, definito dall’ufficio delle imposte di Valona «un contribuente correttissimo».

A Valona Albino Prudentino č infine proprietario della gelateria «Piazza Italia» che risulta intestata alla moglie. Per quel locale paga un affitto di 500 euro al mese. Il vecchio boss abitava in un modesto appartamento proprio sopra il bar, dove due giorni fa č stato arrestato: un affitto di 200 euro «versati con assoluta puntualitą» ha dichiarato il proprietario, un cuoco albanese che Prudentino aveva conosciuto a Firenze e al seguito del quale aveva deciso di trasferirsi in Albania.

Prudentino si trova nel carcere di Tirana in attesa di estradizione. In Albania al momento del suo arresto si trovava anche il figlio Angelo (che secondo una vecchia indagine avrebbe addirittura incontrato per conto del padre Bernando Provenzano): dopo essere stato interrogato dalla polizia, č stato rilasciato.

Ieri intanto a Milano č scattato il decimo arresto dell’operazione «Calipso» nell’ambito della quale č stato arrestato Albino Prudentino.

Subito dopo l’arrivo a Malpensa con un volo proveniente da Bangkok (Thailandia), č stato fermato dai carabinieri il 56enne ex poliziotto cegliese Gennaro Solito, accusato anche lui d’aver fatto parte di un’associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata al traffico di droga ed alle estorsioni, riorganizzando le fila di quello che negli ‘90 era gią stato il temibile clan di Antonio («il marocchino») Vitale, attualmente in carcere (fine pena 2013) e gią fedelissimo del fondatore storico della Sacra corona unita Pino Rogoli.

A questo punto mancano solo due persone per completare le esecuzioni dei 12 ordini di custodia cautelare.

__________________
Ne vendin tim, ne vendin tend, e shpojne lakren, i hedhin mend...

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Mesazh i vjetėr 05 Tetor 2010 03:47
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La lettera dei gigli del regista che inventņ il commissario Cattani

“Se trovo chi ha fatto le 9 serie de ‘La Piovra’ e chi scrive libri sulla mafia facendoci fare brutta figura nel mondo giuro che lo strozzo” (Silvio Berlusconi).



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Gentile Presidente,
siamo certi di non fare ‘brutta figura’ se mostriamo di essere un Paese che riesce a raccontare i propri problemi e le proprie difficoltą, mentre siamo certi di fare ‘brutta figura’ in caso contrario.

A furia di cancellare la memoria in Italia “l’ignoranza” regna sovrana.

‘La Piovra’ č nata da un iniziale soggetto scritto da Nicola Badalucco, a cui si aggiunsero Lucio Battistrada, Massimo De Rita e nostro padre, Damiano Damiani.

Ennio De Concini realizzņ la sceneggiatura e papą, che aveva gią all’attivo molti film, come ‘Il giorno della Civetta’, ‘Girolimoni’, ‘Quien Sabe’, ‘Confessione di Commissario di Polizia al Procuratore della Repubblica’. ‘La moglie pił bella’ e molti altri, la diresse.

I 15 milioni di spettatori che seguirono la prima serie de ‘La Piovra’ determinarono un successo grandissimo e inaspettato, facendo capire quanto il pubblico sia ben disposto anche verso la denuncia sociale, se ben fatta. Erano da poco morti assassinati GaetanoCosta, Cesare Terranova, Emanuele Basile, Pio La Torre, Pier Santi Mattarella, Carlo Alberto Dalla Chiesa, Rocco Chinnici e tanti altri, senza che un solo colpevole fosse stato arrestato e l’opinione pubblica ancora aspettava giustizia.

‘La Piovra’ č del 1984 ed č figlia del cinema di denuncia degli anni settanta, di cui nostro padre č a pieno titolo un esponente con Rosi, Petri, Montaldo, Lizzani ed altri.

Come sarebbe stata la nostra cinematografia senza ‘Mani sulla cittą’ di Rosi o ‘Il giorno della civetta’ di Damiani? O ‘Sacco e Vanzetti’ di Montaldo e ‘Il Caso Mattei’ di Rosi?

Noi crediamo di dover molto a quel cinema. Crediamo sia stato uno dei momenti di grande democrazia del nostro Paese e quindi ci piacerebbe che chi ci governa voglia rispettarlo.

Nostro padre ha sempre criticato la commistione tra mafia e politica o tra mafia e giustizia, difendendo la democrazia e le sue istituzioni.

‘La Piovra’ fu trasmesso in molti Paesi e vinse premi in tutto il mondo. Ci piace ricordare che Corrado Cattani, pur vivendo situazioni dure e complicate, era l’esempio di un cittadino e di un poliziotto onesto, integro, sensibile, incorruttibile.

Cosi, forse, il commissario Cattani inventato da nostro padre, nella ‘fiction’ sarebbe felice se i politici, di qualsiasi livello ed area politica, sospettati di collusione con la mafia, di crimini, di voto di scambio o di rapporti con la malavita si impegnassero nella difficile arte delle dimissioni.

Lui ne sarebbe stato appagato e gli spettatori del pianeta che l’amarono profondamente avrebbero condiviso con lui l’ammirazione per l’Italia.

Ma ‘La Piovra’ era un film e Cattani un personaggio di fantasia. Nella realtą, a tanti anni di distanza, sappiamo come il nostro Paese potrebbe fare altre ‘belle figure’: onorando le aspettative del commissario e non vergognandosi di lui. Né tantomeno strozzando chi lo ha fece vivere.

La famiglia Damiani
30 novembre 2009

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Mesazh i vjetėr 12 Nëntor 2010 05:14
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La "Mina d'Albania" davanti al Giudice

Cosenza

La voce di "Mamaja" continua a far vibrare la nazione Shqipëtara. Dall'altra parte dell'Adriatico, uomini e donne conservano in casa almeno un disco della "Mina d'Albania", che considerano una specie di sacro totem, un patrimonio artistico da salvaguardare.

Da quattro anni, perņ, Liljana Kondakçi, 58 anni, stella della canzone e del cinema albanese, ha problemi con la giustizia italiana. Attualmente č rinchiusa nel braccio femminile del carcere di Castrovillari in attesa di giudizio. Il procuratore distrettuale di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo, e il pm antimafia Vincenzo Luberto, la ritengono pienamente inserita nell'organizzazione guidata da uno dei pił pericolosi padrini del narcotraffico albanese Fisnik Smajlaj, capo del "cartello" di Sköder. Accusa dalla quale l'artista (che č difesa dall'avvocato Giorgio Pisani) dovrą difendersi il 19 gennaio, nel processo che verrą celebrato con il rito abbreviato, davanti al gup distrettuale Assunta Maiore.

La "Mina d'Albania" fu arrestata per droga alla stazione ferroviaria di Sibari, nell'estate del 2006. La star aveva nella borsetta tre chili cocaina, suddivisa in sei panetti. In evidente imbarazzo tentņ la via d'una veritą prefabbricata sostenendo, davanti ai finanzieri che la stavano ammanettando, che quella droga le era stata consegnata a Tirana da un suo fan. «Ma non conoscevo il contenuto del pacco. Mi č stato solo chiesto di portarlo in Italia, a Bari, dove sarei dovuta andare per incontrarmi con un impresario musicale». La Kondakçi raccontņ che, prima di approdare a Bari, avrebbe fatto visita alla figlia, pure lei cantante che vive in Grecia. Quindi, sarebbe ripartita per Bari. In Puglia, perņ, avrebbe ricevuto una telefonata con la quale le si chiedeva un ulteriore sacrificio: raggiungere Sibari in treno, dove avrebbe trovato il destinatario del pacco. Le Fiamme gialle che ascoltavano i colloqui della gang italo-albanese andarono ad appostarsi nell'area dello scalo cassanese. E dopo aver visto la cantante scendere dal convoglio e salire a bordo d'una berlina, alla cui guida c'era Luan Kubäzekai (difeso dall'avvocato Antonio Bonifati), residente a Trebisacce, nell'Alto Ionio cosentino, i detective della finanza decisero d'intervenire.

Gl'investigatori imposero l'alt alla vettura simulando un controllo occasionale. Bastņ frugare nella borsetta della donna per scoprire il "tesoro". I due vennero ammanettati. La Kondakçi chiese l'applicazione della pena di due anni e otto mesi col patteggiamento. Sentenza che, nel frattempo, č divenuta definitiva. La notizia dell'arresto, riportata dai giornali locali si č poi dipanata, inevitabilmente, in un vortice di effetti speciali mediatici. Ed ha rappresentato lo spartiacque che ha divaricato il destino artistico di Liljana Kondakçi. Lei, perņ, ha sempre negato un suo coinvolgimento nel narcotraffico internazionale.
La"Mina d'Albania", prima del suo arresto in Calabria, nel 2006, aveva partecipato alla "Festa dell'Amicizia" italo-albanese che venne celebrata a Rimini. Dopo essere finita in cella, dovette annullare, «per cause di forza maggiore», il tour programmato per quella stessa estate in Germania.

Dopo il patteggiamento, la donna tornņ in libertą ma due anni dopo ci fu il blitz contro i narcotrafficanti albanesi. La Kondakçi riuscģ a sfuggire alla cattura e rimase alla macchia per un anno e mezzo. Poi, nella scorsa primavera, l'Interpol e la guardia di finanza calabrese l'hanno scovata in Grecia. E, ora, attende con fiducia l'esito del processo, sperando di poter ritornare a cantare nei teatri pieni di fans.

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Ne vendin tim, ne vendin tend, e shpojne lakren, i hedhin mend...

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Mesazh i vjetėr 28 Nëntor 2010 04:29
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Mesazh i vjetėr 18 Mars 2011 05:49
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